Comunicato relativo al servizio di pre e post scuola

Rispetto alla problematica dello sciopero nelle scuole e quindi del sospeso servizio di post scuola comunale intendo dare una comunicazione che spero possa far capire i limiti oggettivi dell’azione dell’amministrazione comunale per far fronte a questa difficoltà.

Partiamo da alcuni dati e da una premessa fondamentale: lo sciopero è un diritto individuale dei lavoratori, sancito dall’art. 40 della Costituzione e disciplinato da norme precise.

Nell’ambito di tale diritto un lavoratore non è tenuto a dichiarare la propria adesione allo sciopero (se non su base volontaria) e pertanto può legittimamente non presentarsi al lavoro, il tutto senza dare alcun preavviso.

I dati: nell’anno scolastico 2016-2017 ci sono stati 7 scioperi mentre ad oggi, nell’anno scolastico 2017-2018 ancora in corso, ne abbiamo già avuti lo stesso numero.

Quando viene indetto uno sciopero del personale scolastico (docenti e personale ATA) i dirigenti scolastici, sulla base delle informazioni che hanno raccolto, fanno una comunicazione al Comune, dando indicazioni sulla possibilità o meno di garantire pulizia e sorveglianza per quanto riguarda i servizi di pre e post scuola (attività prestate dai collaboratori scolastici per intenderci).

Per quanto attiene i servizi di pre e post scuola, la presenza in servizio dei collaboratori scolastici è fondamentale, non solo per il discorso legato alle pulizie, ma soprattutto per la parte relativa alla sorveglianza. Il problema è molto più rilevante nel caso del post scuola, perché l’educatore del servizio, in caso di assenza del collaboratore scolastico di turno, si troverebbe unico adulto nell’edificio scolastico (con la presenza di un minimo di 10 a un massimo di 28 bambini): per ragioni di sicurezza questo non è possibile. Immaginiamo infatti cosa potrebbe accadere, rispetto alla sorveglianza sui bambini presenti, se l’educatore dovesse star male o se capitasse un infortunio ad un bambino che richiede l’attenzione massima dell’educatore.

Proprio per queste ragioni, quando la comunicazione della scuola è di non garanzia del servizio di sorveglianza, il Comune ha l’obbligo di sospendere il servizio di post scuola, non potendo rischiare di ritrovarsi alla fine dell’attività didattica con i bambini e l’educatore presenti, senza che vi sia il collaboratore scolastico in servizio. Diverso è il discorso del pre scuola, perché essendo presente il genitore del bimbo che viene accompagnato al servizio, nel caso il collaboratore scolastico aderisca allo sciopero, il genitore non fa altro che tenersi in carico il figlio. E’ per questo motivo che il servizio di pre scuola viene garantito. Ovviamente il tutto è subordinato all’apertura e alla presenza di personale scolastico.

Le soluzioni prospettate da alcuni genitori , o anche immaginate con i servizi scolastici nel tentativo di creare meno disagio possibile alle famiglie, non sono purtroppo percorribili, perché prima di ogni altra esigenza viene la sicurezza dei bambini.

A titolo esemplificativo: non è pensabile non sospendere il servizio, aspettando di vedere cosa fa il collaboratore scolastico che entra in servizio nel secondo turno di lavoro, perché a quel punto significherebbe, in caso di adesione allo sciopero, dover chiamare tutti i genitori del post scuola nel primo pomeriggio. Abbiamo attivi 8 servizi di post scuola per un totale di circa 150 bambini e quindi non è percorribile tale sistema, tenendo presente che purtroppo a volte capita che, per i più svariati motivi, i genitori chiamati sul numero di cellulare lasciato al servizio non rispondano tempestivamente.

Inoltre immagino che per un genitore non sarebbe semplice trovare una soluzione alternativa così su due piedi e ritengo più corretto avvisare qualche giorno prima, in modo che ci si possa organizzare.

Altro argomento che viene spesso riportato nelle discussioni legate alla sospensione del post scuola è quello dell’eventuale rimborso per i giorni non fruiti: premesso che la tariffa per il servizio è forfettaria e non basata sulla frequenza giornaliera e sottolineato il fatto che nella carta dei servizi, consultabile da chiunque sul sito del comune, e nel foglio informativo di cui il genitore prende visione e che accetta nel momento dell’iscrizione è scritto ben chiaro che, in caso di sospensione del servizio dovuta allo sciopero, non è previsto alcun rimborso, ho voluto comunque fare due conti per capire l’entità della somma eventualmente rimborsabile.

Nel caso venga pagata la tariffa massima (senza ISEE) per la scuola primaria si parlerebbe di una quota di euro 2,08 al giorno, mentre per la tariffa minima di 76 centesimi al giorno (mediamente 1,42 euro al giorno). Per la scuola dell’infanzia invece, si parlerebbe di una quota di euro 1,89 al giorno per la tariffa massima e di 69 centesimi al giorno per la tariffa minima (mediamente 1,29 euro al giorno).Il calcolo è stato ottenuto dividendo la tariffa del servizio (su base annuale) divisa per il numero di giorni di scuola da calendario, quindi nel primo caso dividendo per 172 giorni e nel secondo 189 (da qui la differenza del costo giornaliero).

Altra casistica: ipotizziamo di voler garantire due educatori ,per non lasciare i bambini da soli e così garantire la sicurezza ma non la chiusura della scuola che non spetta agli educatori. In questo caso avremmo un aumento dei costi ( fermo restando la palese difficoltà di trovare una cooperativa che per i singoli giorni di sciopero ti garantisca il doppio del personale) che inevitabilmente farebbe levitare la tariffa a carico delle famiglie (misura che vogliamo per ovvi motivi evitare). Non solo. Inoltre dovremmo, per ogni singolo plesso scolastico coinvolto, trovare del personale dipendente che alle ore 18 si prenda la responsabilità e l’onore di chiudere il plesso. Si tratta di otto dipendenti che in contemporanea, e facilmente in orario extra lavorativo, dovrebbero intervenire in mansioni di non loro competenza. Un conto è gestire un’emergenza, un altro è ipotizzare un programma di lavoro che non compete ai servizi comunali.

Pur comprendendo il disagio che coinvolge ogni volta le famiglie e non potendo però non rilevare che il “disagio” è insito nel concetto stesso di sciopero, ad oggi credo che chi possa fare la differenza nel merito è il personale scolastico.

Ma, lo ripeto a scanso di equivoci, la dichiarazione di adesione o non adesione allo sciopero in tempi utili può avvenire solo su base volontaria.

Da parte mia, oltre a non fermarmi comunque nella ricerca di possibili soluzioni di un disagio non attribuibile all’amministrazione comunale, ho voluto scrivere questa comunicazione nel tentativo di fare chiarezza su un argomento che ciclicamente si ripresenta.

Infine, questo testo è rivolto non solo ai genitori degli alunni direttamente coinvolti, ma anche al personale scolastico che opera nei nostri plessi scolastici nel tentativo di poter collaborare il più possibile per il bene dei nostri ragazzi, sempre nel rispetto dei reciproci ruoli.

Il ViceSindaco con delega a Scuola e Istruzione

Giuseppe Sofo

Contenuto inserito il 08/03/2018
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